18 Gen 2014

Loco Con Da Frenchy Talkin’

Musica, Passioni 2 Commenti

Immaginate una discoteca con le lucine strobo, i laser e tanto casino. Trovate quel DJ truzzissimo stranamente piacevole, tanto da fischiettare la melodia ancheggiando. Tra disgusto e sollazzio viene fuori un punkettone chitarra-munito che sotto al motivetto ti ci schiaffa un riff metal di buon gusto e parte quel genuino pogo cattivo. Stai ascoltando… Loco Con Da Frenchy Talkin’!

Non è assolutamente possibile restare indifferenti, nel bene o nel male, al primissimo impatto con questo disco. Fin dal primo attacco in Disto Cake veniamo trascinati nel mood da trip festaiolo con tanto di base funkettona e voce elettronica… ma è quando la chitarra entra nel frullatore che si parte davvero in quarta con l’inaspettato Headbanging. Suona proprio così questo Loco Con Da Frenchy Talkin’ (che provando a tradurlo risulta qualcosa come “Matto con la parlata francese”), riff Hard Rock (a tinte quasi metal in diversi punti) mescolati a basi elettro-pop a volte leggere e frivole a livello di godibilità ed ascolto ma mai povere di complessità o elaborazione.

Shaka Ponk Personalmente il primo pensiero che ho avuto per questa band è quella di una versione “rock” dei ben più famosi Black Eyed Peas… in verità risulta davvero difficile inquadrarli o definirli a livello complessivo piuttosto che pezzo per pezzo. Diciamo intanto che questo primo album si discosta dai lavori più recenti degli Shaka Ponk e non per niente è stato realizzato tra il 2006 ed il 2009 senza ausilio di discografici o major alcuni, prima che la band sfondasse nello show business francese. L’amalgama di generi è in questo caso molto più  netta e brutale e mantiene spiccatamente un sapore più Indie e sicuramente in alcuni episodi forse più riuscito senza dover per forza ricercare apprezzamenti facili dal pubblico.

Fin dall’inizio si può assaggiare il meltin’ pot musicale e culturale oltre che linguistico che la band francese cerca di proporre prepotentemente e sfacciatamente. Anche dando uno sguardo ai testi oltre che alle varie sfaccettature melodiche, ci si rende conto che suona tutto come una amalgama di sub-cultura che parte da elementi molto intimistici (il termine SHAKA è il nome in sanscrito del Buddha) ad altri più universali come il pacifismo, uguaglianza, ambientalismo, passando poi per tematiche più istintive o quotidiane, come la frugalità e libertà sessuale o l’abuso di droghe o l’omosessualità e via dicendo. I testi, a detta della band, sono ispirati da persone che incontrano durante i loro tour e viaggi in giro per il mondo (ed ovviamente l’Europa), e senz’altro si tratta di tematiche molto popolari e vicine in qualche modo a tutti pur non cadendo nel pop o nel banale (anzi, sono molto ricercate anche grazie al particolare “slang” che usano, fatto di Inglese principalmente ma anche Francese, Spagnolo ed Esperanto) che permette alle loro canzoni di essere universali e suonare come una sorta di massivo trip mentale rock-elettronico e psichedelico. In particolare sempre secondo la band, tutti i testi sono scritti e proferiti da GOZ, la scimmietta-mascotte che viene appunto immaginata come uno dei membri del gruppo tanto da apparire costantemente durante i concerti e video a mezzo di proiezione in CGI.

ecco ad esempio un estratto live in cui GOZ sfida alle percussioni il batterista della Band, espressione perfetta dell’energia live del gruppo

 

A tal proposito, Frah il front-man del gruppo e Steve il tastierista sono fondamentalmente due Geek, non tanto per darsi una immagine figa agli occhi dei fan ma perchè realmente hanno un passato come sviluppatori di grafica e programmazione web: basta dare un’occhiata al loro sito, fatto tutto in casa, o al comparto visivo di cui dotano i loro live o videoclip, assolutamente visionari, pieni di trasformismo (anche stilistico) e modernità.

Roba forte.

 

5 C’è una sensazione continua di stranezza e stravaganza totale ma la cosa più affascinante per me come ascoltatore è che in tutti quei momenti in cui una canzone inizia a darmi noia per il suo motivetto esageratamente naif ecco che arriva quel tocco classe che “sporca” e colora tutto e rende quel pezzo dannatamente interessante ed apprezzabile all’ascolto. Ne sono esempio diversi pezzi, in base ovviamente ai gusti personali: ad esempio già il secondo Eh là Mala Lama LAïco che parte tutto funky yo bro e poi si ritrova con un riff rock molto intrigante quanto classicheggiante, o la inquietante quanto fastidiosa Tekno Kills che si trasforma in un pezzo fomentatissimo o infine quella che trovo assolutamente più scostante, Da Teen Town che inizia come una odiosa musichetta da “hit estiva” e finisce in un exploit degno dei migliori Limp Bizkit.

Il risultato finale è qualcosa di assolutamente “Loco” e… divertente. Sì, perché il divertimento è forse il punto focale di tutti questi pezzi, oltre che della versante live del gruppo, ed ascoltandoli si sente come sicuramente tutto il collettivo si sia senz’altro divertito nel concepire ed incidere pezzi per pezzo questo lavoro. Non mancano pezzi musicalmente più leggeri e scarni, come My Boom is Bumping o Spit Low (versione “smooth” quasi acustica della monumentale Spit, inquietante e trascinante allo stesso tempo).

Tra i vari pezzi, oltre a quelli che si prestano fantasticamente come hits (Fonk Me, Hell’o, Dot.coma e Spit) vorrei dare una sorta di menzione d’onore alla closing track, Sonic. A mio parere da un tocco di chiusura potente ed allo stesso tempo spirituale a questo lavoro che personalmente ho apprezzato tantissimo nonostante non sia sicuramente il meglio che la band ha da offrire. Inutile negare infatti che molti brani si sente la mancanza di un tocco “femminile”, tanto che spesso ci sono voci con connotazioni simili (grazie ad effetti elettronici o cantato in falsetto o molto probabilmente perchè la band ha fatto entrare in studio di registrazione in quel momento qualche puttanone o tranvione franco-marocchino ubriaco che si trovava a passare da quelle parti o rimorchiato in qualche festa). In quest’ottica la scelta degli Shaka Ponk di far entrare nel collettivo l’esplosiva Sam a partire dall’album The Geeks And The Jerkin’ Socks (album in cui iniziano a mostrare i muscoli) è stata assolutamente azzeccata e da un senso di completezza al suono di questa intrigante band.

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Loco Con Da Frenchy Talkin’ è un album complesso e dalla non immediata digestione a meno di avere un orecchio e gusto musicale da fuori di testa, ma sa regalare tante sodddisfazioni soprattutto a chi vuole conoscere gli Shaka Ponk nella loro versione più naturale e senz’altro originale. Merita qualche ascolto in più almeno per metabolizzare il sound che lo compone, ed una scrematura che per forza di cose verrà fatta in base ai vostri gusti personali e background musicale. Una sorpresa… dimostrazione di quanto il panorama musicale al di la di alcuni generi ben più netti sia assolutamente genuino ed intrigante.

2 commenti a “Loco Con Da Frenchy Talkin’”


  1. Xab says:

    bravo bravo, quest’album di preciso devo ancora ascoltarmelo per bene (in realtà vale un po’ per tutti i lavori del gruppo, di cui ho intasato la mia coda ascolti prendendo pezzi assolutamente random)

    band stupendosa, mi preoccupa un po’ l’eventuale senso “acerbo” di quest’album, ma in fin dei conti potrebbe anche piacermi molto proprio per questo (un po’ come fu con Fungus Amongus degli Incubus, roba che a sentirla avendo in testa gli album più famosi del gruppo è da overdose/ubriacatura pesante)

    • Marco Bortone says:

      Conoscendoti e conoscendo un po i tuoi gusti lo ameresti proprio per quello. Manca solo Sam al tripudio 🙂 poi le versioni live dove sta anche lei sono orgasmoniche


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